In occasione del Consiglio Comunale di Lissone del giorno 28-04-2020 la nostra Presidente Avv.Simona Monguzzi nella sua funzione di Consigliere Comunale ha dato lettura del seguente comunicato:

La mia comunicazione di oggi riguarda una tematica connessa al periodo di emergenza che stiamo vivendo, di cui però si parla poco.
Accanto alla ben nota crisi dell’economia ed al conseguente impoverimento delle famiglie a causa della pandemia, vi è un problema sociale che il mondo politico e che l’amministrazione di Lissone, sempre sensibile sul tema, non può trascurare, quello delle persone che soffrono di malattie psichiatriche.
Dall’inizio della pandemia l’Associazione Giulia e Matteo, che rappresento in qualità di presidente, ha raccolto parecchie testimonianze di famigliari e caregivers che si ritrovano ad affrontare “l’emergenza nell’emergenza” poiché la gestione quotidiana del loro famigliare è diventata ancora più difficile rispetto al periodo precedente il lockdown.
Vi è nelle persone con malattia psichiatrica una scarsa, per non dire nulla, percezione e consapevolezza di quanto l’intera popolazione mondiale sta ora vivendo, arrivando addirittura a negare l’esistenza del Covid 19.
La lotta giornaliera dei famigliari è contro la paura e la solitudine.
La paura che la patologia del loro congiunto possa in qualche modo aggravarsi a causa dell’isolamento forzoso, alla rinuncia dei contatti umani, personali e terapeutici. La solitudine di essere lasciati completamente soli da quelle strutture (CPS e centri diurni) che per i malati psichiatrici rappresentano un fondamentale punto di riferimento nel loro quotidiano.
Già nel periodo precedente la pandemia i servizi psichiatrici hanno subito un significativo taglio: a Lissone è ben nota la vicenda relativa alla chiusura dell’ambulatorio psichiatrico ed ora il lockdown ha reso ancora più difficile accedere a questi servizi.
Ci si dovrà attendere un potenziale peggioramento delle patologie già in essere di pazienti conosciuti e non conosciuti; occorrerà mettere in conto anche l’emergere di nuove situazioni provocate dalla crisi economica e dalla perdita di lavoro. Non si deve poi dimenticare quella parte di popolazione che non viene mai citata, quella rappresentata dai bambini più di tutti stanno subendo gli effetti del lockdown da un punto di vista psicologico, soprattutto per chi vive in condizioni famigliari non favorevoli, esposti perciò a rischi di possibili disordini neuropsichiatrici.
In questa situazione vi deve essere per il futuro una coesione delle forze politiche affinché vengano create le basi per una assistenza psichiatrica e psicologica che possa continuare anche nei periodi di emergenza, senza abbandonare a sé stessi pazienti e famigliari, tutto per limitare il danno alla salute mentale come conseguenza che il coronavirus lascerà su di noi a lungo termine.