LETTERA ALLE ISTITUZIONI

In data 10 Febbraio 2020 la nostra associazione ha inviato alle istituzioni (ATS, ASST, Prefetto, Assessore Welfare Regione Lombardia e Sindaco e Assessore alla Persona Comune di Lissone) una lettera in cui si denuncia con forza la pesantissima situazione in cui si trovano le famiglie dei pazienti psichiatrici.
Nella lettera si propongono anche tre concreti interventi effettivamente realizzabili in tempi brevi.

La notizia dell'invio della lettera è stata ripresa in un ampio articolo pubblicato su "Il Cittadino" del 15 Febbraio 2020 (Cliccare qui)

SI RIPORTA QUI DI SEGUITO IL TESTO DELLA LETTERA:

I familiari delle persone con problemi di salute mentale della Brianza si raccontano e chiedono

Noi, familiari di persone con problemi psichici, ci siamo riuniti nell’associazione “Giulia e Matteo” (www.giuliaematteo.org) per ottenere un’idonea assistenza e tutela dei nostri congiunti e mettere a disposizione la nostra esperienza in favore di coloro che si ritrovano ad intraprendere, o a proseguire, il difficile cammino accanto ad una persona affetta da patologia psichiatrica.

Tutti i giorni condividiamo con il nostro congiunto la sofferenza di una malattia ancora poco compresa e spesso trattata con pregiudizio e, a questa condizione, si aggiunge l’esperienza continua della carenza dei servizi socio-sanitari essenziali. In particolare, il numero e la disponibilità degli ambulatori psichiatrici non sono adeguati al continuo aumento dei casi di disturbo psichico, mentre per altre specialità Regione Lombardia ha aumentato l’offerta di servizi incentivando l’accreditamento aggiuntivo di strutture private.

Gli effetti sono estremamente pesanti:

  • Tempi di attesa per la prima visita psichiatrica superiori anche a 90 giorni

  • Necessità per i pazienti di rivolgersi a strutture lontane dal proprio comune di residenza. La riorganizzazione della rete territoriale prevista dalla legge regionale 23/2015 ha di fatto acuito questo problema, nonostante la riforma solleciti una continuità ospedale-territorio

  • Impossibilità a garantire l’intervento dei diversi profili professionali (psichiatra, psicologo, assistente sociale, educatore) cosi come previsto dai LEA in vigore dal gennaio 2017. In qualche caso le famiglie sono invitate dai servizi stessi a provvedere privatamente alla psicoterapia e/o a interventi psicoeducativi individuali.

In questo panorama sconfortante, le richieste di assistenza che la nostra Associazione riceve sono in continuo aumento e si manifestano come vere e proprie richieste di aiuto per l’incapacità di gestire la variabilità e l’imprevedibilità delle situazioni che si vengono a creare, con tutte le implicazioni per la persona malata e per gli altri membri della famiglia, oltre che per la società in generale.

La conseguenza più frequente è il ricorso a ricoveri ospedalieri ripetuti: oltre ai risvolti psicologici, talvolta drammatici sul paziente e i suoi congiunti, va considerato anche il pesante impatto sull’intero Sistema Sanitario come dimostrato da questi dati: nel 2017 si sono registrate 109.622 dimissioni dalle strutture psichiatriche ospedaliere (pubbliche e private accreditate), per un totale di 1.418.336 giornate di degenza, con una degenza media di 12,9 giorni. Senza contare poi le riammissioni non programmate entro 30 giorni che rappresentano il 13,9% del totale delle dimissioni, mentre quelle a 7 giorni sono il 7% (fonte: dati del Ministero della salute, 2017).

Vorremmo SEGNALARE in particolare alcune importanti situazioni di disagio:

  • L’ambulatorio psichiatrico nel Comune di Lissone è stato chiuso nel 2010. Da allora i pazienti sono costretti a recarsi presso l’ambulatorio di Carate Brianza per ricevere l’assistenza sanitaria e il trattamento farmacologico necessario per patologie spesso croniche che durano anche molti anni (o tutta la vita, con fasi di cronicità e di riacutizzazione). Purtroppo i due Comuni distano circa 13 km e non esistono collegamenti diretti coi mezzi pubblici, rendendo difficoltoso l’accesso alle cure per persone che spesso non possono recarsi presso l’ambulatorio se non coadiuvati da un famigliare che li assiste oppure dalle Associazioni d’assistenza presenti sul territorio, non sempre disponibili e comunque a pagamento.

  • I LEA prevedono una serie di prestazioni per l’area della salute mentale, di cui solo una minima parte è effettivamente erogata in ambito territoriale. Noi chiediamo che le famiglie di persone con disturbi psichici possano ricevere il sostegno psicologico e psico educativo secondo le modalità individuate nel programma terapeutico-riabilitativo e socio-riabilitativo personalizzato. Questo significa riconoscere l’importanza che i familiari/caregivers hanno nel prendersi cura della persona, permettendole di rimanere al domicilio o in situazioni di maggior autonomia possibile. Inoltre questo approccio consentirebbe dei risparmi sui costi di istituzionalizzazione, che si aggiungono, dove questo è indicato e permesso dal livello raggiunto di stabilità dei sintomi psicotici, ai benefici di poter vivere nel proprio ambiente familiare.

  • La nostra esperienza associativa ci consente di affermare che emergono molte difficoltà nel passaggio dalla neuropsichiatria infantile alla psichiatria adulti. Sarebbe utile implementare il collegamento dei servizi da una specialità all’altra, in modo da poter aiutare le famiglie con figli ancora in una età in evoluzione (il compimento dei 18 anni non significa certo per questi pazienti essere diventati adulti!).

  • Le persone affette da disabilità cognitiva associata a disturbi psichiatrici al compimento dei 18 anni vengono prese solo in cura farmacologica dai servizi psichiatrici ed inserite nei servizi diurni o residenziali per persone disabili. Sono servizi sovente non in grado di gestire le problematiche comportamentali e relazionali derivanti dalla cosiddetta condizione di “doppia diagnosi”. In tal senso suggeriamo il potenziamento e/o l’apertura di nuovi servizi territoriali in grado di accogliere in modo competente e adeguato le persone con disabilità cognitiva associata a problematiche psichiatriche, dando nel contempo sostegno e aiuto alle loro famiglie.

  • In ultimo, anche se non è certo meno importante, vogliamo ricordare le difficoltà e la mancanza di servizi di sostegno per le numerose famiglie con congiunti affetti da disturbi psichiatrici e dall'abuso di sostanze (che può precedere o anche manifestarsi in seguito alla diagnosi di malattia mentale).

Con queste segnalazioni vogliamo ribadire la nostra disponibilità ad una collaborazione fattiva con le istituzioni, sia in termini progettuali che propositivi

Di conseguenza CHIEDIAMO alle Autorità competenti tre interventi possibili in breve tempo

1) Apertura di un ambulatorio psichiatrico nel Comune di Lissone: per permettere ai pazienti psichiatrici di accedere con facilità alle cure e ai trattamenti farmacologici necessari, si chiede l’apertura di un ambulatorio psichiatrico a Lissone, anche coinvolgendo enti privati da mettere a contratto col SSN.

2) In attesa della apertura dell’ambulatorio psichiatrico a Lissone (vedi punto antecedente), la somministrazione delle terapie long-acting potrebbe essere gestita presso altre strutture sanitarie nel territorio del Comune o dando libertà di scelta agli utenti rispetto agli ambulatori attualmente disponibili nel distretto DSM (Monza, Carate, Besana Brianza).

3) Costituzione di una “rete” di Pronto Soccorso e di Guardia Medica psichiatrica: proprio per l’imprevedibilità delle manifestazioni psichiatriche, l’utilizzo del Pronto Soccorso resta, soprattutto durante i periodi festivi, l’unico strumento a disposizione in situazioni di emergenza. L’istituzione di una Guardia Medica psichiatrica consentirebbe poi un primo contatto telefonico per gestire sul momento l’emergenza, demandando al medico psichiatra la necessità o meno di recarsi presso il P.S. o una adeguata struttura.

La disponibilità di una guardia specialistica in centri selezionati potrebbe migliorare non solo l’accoglienza dei pazienti psichiatrici, ma anche evitare attese prolungate che spesso rischiano di compromettere la tranquillità di tutti gli utenti in un ambiente potenzialmente critico

Nel riconfermare la nostra volontà di collaborazione vi ringraziamo per l’attenzione e restiamo in attesa di cortese riscontro.

Distinti saluti.